Escursione in programma il 15 Aprile 2017
Ritrovo e Partenza:
Ore 13:50 c/o Uscita Agropoli Sud (bar Punto Zero)
Ore 14:45 c/o Pioppi( Museo del Mare)
Si raccomanda massima puntualità
Inizio Escursione:
ore 15:10/16:30 Visita al Museo del mare
ore 17:00/19:30 Sentiero Pozzo dell’uva Nera
Distanza:
5 Km circa A/R
Durata:
Mezza giornata
Tipologia Percorso:
T (Turistico)
Consigli per l’escursionista:
Scarpe da trekking-impermeabile, abbigliamento di ricambio, acqua e cappellino
Punti di interesse:
Pioppi, Museo del Mare, Sentiero del pozzo dell’uva nera, macchia mediterranea
Quota escursione:
Soci e tesserati F.I.E : 5€ compresivo di ingresso al museo del mare
Non Soci: 10 € compresivo di assicurazione e di ingresso al museo del mare
Responsabile Escursione:
Danilo Palmieri 335 6312821 – Reperibile in orario pomeridiano
La Storia del Museo Vivo del Mare (tratto dal sito del Museo)
All’interno del Museo sono presenti dodici vasche distribuite in tre sale e in ciascuna di esse è rappresentato un tipico habitat marino caratteristico delle coste cilentane.
Prima Sala
Nella prima sala troviamo la vasca tattile Proteus, nella quale è riprodotto un ambiente roccioso caratteristico dei primi metri di profondità; numerosi sono gli organismi vegetali ed animali presenti all’interno della vasca quali Alghe Fotofile (Padinia, Cystoseira), molluschi, paguri, oloturie (cetrioli di mare), ricci, stelle marine e piccoli pesci (cefali, bavose, ecc.).
Tale vasca è detta tattile perché è una vasca aperta e ciò consente ai visitatori di osservare da vicino gli organismi presenti e, addirittura, di poterli toccare. L’esperienza tattile risulta di
particolare interesse soprattutto per i visitatori più giovani: il Museo, infatti, è meta di numerose visite da parte di scolaresche che, grazie a questa vasca, hanno la possibilità di avere uno strumento didattico diretto per lo studio della biologia marina.
Una vasca è invece dedicata alle cosiddette specie aliene, ovvero quei pesci che provengono da mari tropicali e che negli ultimi anni, a causa dell’innalzamento delle temperature medie del mare nostrum, cominciano ad abitare anche il Mediterraneo (pesce scorpione, pesce palla, barracuda), mettendo a rischio gli ecosistemi autoctoni e la fauna tipica del nostro bacino.
Un’altra vasca è dedicata invece alla tremenda situazione dei rifiuti in mare. Plastica, lattine, rifiuti in genere, sono sempre più presenti nei nostri fondali e nelle nostre acque. Una vasca didattica ne racconta i rischi e le minacce da essi rappresentati.
Un piccolo acquario è poi dedicato a piccolissi esemplari di specie tipiche del nostro mare, dal pesce ago a piccoli gamberetti e minuscoli paguri.
Nella prima sala è anche presente una sezione dedicata alle tartarughe marine, che sempre di più scelgono il Cilento per le loro spettacolari nidificazioni. Il plastico di un nido e numerosi video raccontano questi straordinari eventi.
Il nostro Museo è un nodo della rete regionale di primo soccorso per questi animali.
In questa prima sala, inoltre, sono esposte conchiglie, spugne e carapaci, nonchè tradizionali attrezzi da pesca utilizzati dai pescatori locali (nasse, reti da posta, ecc.) e reperti archeologici (anfore) ritrovati sui fondali del litorale di Pioppi.
Seconda Sala
Nella seconda sala si possono osservare ben sette vasche in ciascuna delle quali è rappresentato un tipico ambiente sottomarino dei fondali cilentani fino ai 40 metri di profondità.
La vasca Leucosia, nella quale si possono osservare molte tra le specie caratteristiche degli habitat più superficiali della costa cilentana, quali castagnole, bavose, triglie, ghiozzi, piccoli rombi, ma anche organismi vegetali come Acetabularia, Codium bursa, Padina pavonica, Alghe coralline, ecc.
La vasca della Posidonia oceanica, pianta endemica del Mediterraneo, che costituisce estese praterie che colonizzano i fondali cilentani da Agropoli fino a Palinuro; tale habitat riveste un’importanza fondamentale per l’ecosistema marino-costiero sia per le numerose specie vegetali e animali che trovano rifugio e nutrimento, sia per l’elevato contributo che tali praterie offrono alla tutela dell’ambiente costiero e, soprattutto, alla protezione contro l’erosione delle coste.
Nella vasca La Punta sono rappresentati habitat rocciosi più profondi (30-40 metri) e qui si possono ammirare grossi paguri, aragoste (Palinurus elephas) e alcuni esemplari di magnosa (Scyllrides latus), crostaceo caratteristico di questi fondali dove si ritrova tra gli anfratti e le “spaccature” della roccia.
La vasca Infreschi è quella dedicata agli organismi sessili, caratteristici animali che vivono ancorati al substrato non essendo capaci di muoversi. Si possono ammirare esemplari di gorgonia bianca (Eunicella singularis), di attinie o pomodori di mare (Actinia equina), di anemoni di mare (Anemonia sulcata), di cerianti (Cerianthus membranaceus), di madrepore (Cladocora caespitosa),ecc.
Nella vasca Capo Palinuro è riprodotto, invece, la tipica falesia rocciosa che occupa ampi tratti dei fondali cilentani fino a 25 metri di profondità e dove sono presenti esemplari di saraghi (Diplodus vulgaris, D. sargus), di occhiate (Oblada melanura), di spigole (Dicentrarcus labrax), di cefali, di labridi, ecc.
Vi sono poi due vasche vasca dedicate allo studio ed all’osservazione di due organismi animali molto comuni lungo le coste cilentane: la vasca del polpo (Octopus vulgaris), all’interno della quale è possibile ammirare alcuni esemplari che si mimetizzano tra roccia e vegetazione presente e quella della murena (Muraena helena), specie sedentaria della quale spicca la bocca, di solito spalancata ed armata di aguzzi denti, che le conferisce un aspetto aggressivo.
Terza Sala
Nella terza sala sono presenti due vasche dette di profondità proprio perché al loro interno sono riprodotti quei fondali rocciosi caratterizzati da anfratti e grotte, regno incontrastato di pesci di grosse dimensioni.
In tali vasche, infatti, è possibile osservare una grossa cernia bruna (Epinephelus marginatus) e cernie dorate (Epinephelus costae), così dette per la presenza di una macchia gialla su un lato del corpo, pesci balestra (Balistes capriscus) di grosse dimensioni, orate (Sparus aurata), corvine (Sciaena umbra), ecc..
Un’altra vasca più piccola propone un ecosistema tipico del Cilento, il cosiddetto Flisch cilentano, la tipica falesia nelle cui cavità trovano dimora colonie di gorgonie e spirografi.
La storia Pozzo dell’uva nera (tratto da visitcilento.com )
Il nome deriva dalla presenza di un vitigno di Uva Nera, in prossimità della cascata. Conosciuto anche come il “Pozzo del Diavolo”: il nome era usato per spaventare e tenere lontani i bambini data la sua profondità. Dista 2 km da Pioppi, nei pressi del vecchio mulino ad acqua del paese.
Si tratta di una cascata naturale che confluisce in una profonda conca carsica anticamente utilizzata per la lavorazione del lino. Il sentiero è stato recentemente ripristinato, per consentirne l’accesso ai turisti. Per
visitarlo richiedere informazioni alla Pro-loco, al Museo del Mare oppure al Comitato di Frazione