Escursione al Monte Sacro di Novi Velia 29/05/2016


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Dati tecnici:
Tipologia: E ( escursionistico)
Distanza: Km 12 circa
Tempo di percorrenza: 5 ore circa
Raduno: ore 06:30 presso lo Stadio Guariglia di Agropoli
Partenza Escursione dalla località Fiume Freddo: ore 08:00
Punti d’interesse:
Faggete, sentiero sacro in pietra, Santuario della madonna del Sacro Monte, Vetta del Monte Gelbison,  Apertura annuale del Santuario e della porta  santa nell’anno del Giubileo della Misericordia.
Consigli per l’escursionista: Scarpe da Trekking,impermeabile,abbigliamento di ricambio, acqua, cappellino,macchina fotografica
Pranzo: Pranzo a sacco a cura dei partecipanti

Soci e tesserati F.I.E.: escursione gratuita
Non soci:  Euro 5,00  per copertura assicurativa
Per partecipare bisogna comunicare la propria adesione entro le ore 17:00 di  sabato 28/05/2016

NOTA: per raggiungere il luogo dell’escursione, utilizzeremo macchine proprie e a tal proposito, tutti coloro che usufruiranno del passaggio contribuiranno alle spese carburante

Responsabile escursione: Palmieri Danilo  335 63 12 821 Autuori Michele  328 11 61 897 e-mail: info@cilentotrailtrek.it

 

L’ESCURSIONE: l’intento di questa escursione è di portare e far conoscere ai nostri associati, una realtà storica del nostro parco, ossia l’apertura del santuario. Il ritrovo e la partenza per il luogo dell’escursione è alle 06:30 al campo sportivo Guariglia di Agropoli,mentre la partenza dell’escursione sarà alle 08:00 dalla località fiume freddo sopra Novi Velia ( a circa 3 km dal ristorante la montanara). Da li raggiungeremo la vettà del monte Gelbison tramite il sentiero dei pellegrini, dove  dalle 10:00 in poi, in occasione del GIUBILEO DELLA MISERICORDIA, sarà aperta la porta santa e a seguire la  messa e l’apertura annuale del santuario presieduta dal vescovo Ciro Miniero. Dopo una visita e una sosta libera in vetta, alle 13:30/14:00 ci rimetteremo in cammino per ritornare alle auto, scendendo sempre per il sentiero sacro.

Un pò di storia

Il Gelbison (detto anche Monte Sacro) è un monte del Subappennino lucano di 1.705 m s.l.m. situato in provincia di Salerno e nel parco nazionale del cilento. La cima si trova nel comune di Novi Velia, ma il corpo montuoso tocca anche i comuni di Cannalonga, Ceraso, Cuccaro Vetere, Futani, Laurito,Montano Antilia, Rofrano e Vallo della Lucania. Sulla cima del monte sorge un santuario, quello della Madonna del Monte Sacro, allo sommità del quale è posta una grande croce in metallo, visibile da diversi abitati del Cilento.

Il Santuario della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia, noto nel Cilento più semplicemente come Santuario della Madonna del Monte è meta di pellegrinaggi fin dal XIV secolo ed è noto per essere uno straordinario punto panoramico sul Cilento, sul Vallo di Diano e sul golfo di Salerno.

Probabilmente, nello stesso punto in cui ora è presente il santuario mariano, sorgeva un antico tempio religioso pagano, edificato dagli Enotri in onore di una loro divinità, identificata con Era. Quasi certamente il sito religioso era già conosciuto al tempo dei Saraceni: infatti Gelbison sembra derivare da Gebel-el-son, che in arabo significa Monte dell’Idolo.

Si ritiene che la fondazione del santuario cristiano, sul preesistente sito pagano, risalga al X o XI secolo ad opera di monaci basiliani italo-greci che all’epoca dei Longobardi si insediarono nel Cilento.Inizialmente i monaci basiliani dovettero sistemarsi nelle grotte, di cui il Monte Gelbison è ricco, per dedicarsi alla contemplazione eremitica, per poi edificare un luogo di culto in cima al monte. Il primo documento che attesta l’esistenza del Santuario risale al 1113.

Ogni anno a migliaia accorrono ai suoi piedi nei mesi in cui il santuario è aperto (dall’ultima domenica di maggio alla seconda domenica di ottobre) provengono non solo da tutto il Cilento e dalla Campania ma anche dalla Basilicata, dalla Calabria, dalla Puglia e dal Centro Italia. E molto emozionante vedere arrivare  comitive di pellegrini sul sagrato, che annunziano il loro arrivo con litanie e canti liturgici accompagnati spesso da fisarmoniche e da rudimentali strumenti musicali, tutti in fila e preceduti dallo stendardo del loro paese.Dopo aver risalito il sentiero si fermano al monticello di pietre, compiono i tre giri regolamentari intorno alla croce ed iniziano l’ultimo breve tratto, alcuni  a piedi scalzi per voto o devozione. Altro segno di devozione è la “centa”,  ceri votivi (singoli o a forma di barca o di torre) che ogni pellegrino porta, umile dono, alla Vergine.Delle volte portano anche i “torcioni”, che sono delle grandi candele dipinte, come ceri pasquali. Una volta giunti sul sagrato prima di entrare in chiesa i pellegrini effettuano  sette giri intorno alle sue mura, (altra tradizione di cui non si conosce il significato), e finalmente le porte della chiesa si spalancano ed è tutto un gridare, un pianto dirotto, trattenuto a stento fino a quel momento, un gettarsi in ginocchio o un correre a prostrarsi ai piedi della Madonna. Molti compiono in ginocchio il percorso dalla soglia all’altare, ognuno ha una grazia da chiedere, ognuno depone ai suoi piedi le sue pene e la devozione di tanta povera gente commuove anche gli animi più insensibili.   E’ la religiosità popolare nelle sue forme più semplici e spontanee. 

Parte del testo è tratto da: Renata Ricci Pisaturo, Il fascino di un monte: il Gelbison,